Una buona notizia per i soci di A.E.C.I. che hanno fatto ricorso alle multe di Portonaccio. A.E.C.I. e CODICI, grazie all’Avvocato di Codici Carmine Laurenzano . Le associazioni hanno impugnato circa 9mila verbali, con ricorsi al Prefetto ed al Giudice di Pace. Abbiamo ottenuto circa il 75% di vittorie. La consulenza tecnica del Tribunale di Roma conferma quanto già emerso di fronte al Giudice di Pace, ovvero che la segnaletica era insufficiente e non è stata ripristinata in maniera corretta”.
L’atteso verdetto è arrivato pochi giorni fa ed è destinato a far rumore. “Lo scorso 28 febbraio – spiegano gli Avvocati Simona Testa e Alessandra Grici – è stata emessa una sentenza che rappresenta uno spartiacque nella vicenda. Il Giudice del Tribunale Ordinario di Roma ha rigettato l’appello presentato da Roma Capitale avverso una sentenza di accoglimento del Giudice di Pace emessa nel 2017, la quale non solo riconosceva la legittimità del ricorso cumulativo, ma, cosa fondamentale, annullava anche tutti i verbali impugnati. Oggi il Tribunale riconosce che avevamo ragione, come accertato nella superperizia emessa dal Consulente Tecnico d’Ufficio. Nella relazione, non contestata da Roma Capitale che non ha presentato osservazioni, viene rilevato che se la segnaletica orizzontale e verticale fosse stata più visibile, di più chiara e di univoca comprensione invece che incerta e contraddittoria, si sarebbe potuto evitare il passaggio degli automobilisti sul tratto di via di Portonaccio, dove è presente la corsia preferenziale. Parte della segnaletica verticale, inoltre, era presente anche prima dell’attivazione della corsia preferenziale e così i cittadini che si trovavano a transitare lì in buona fede sono stati indotti in errore”.
La segnaletica e gli interventi effettuati sono finiti sotto la lente del Consulente Tecnico di Parte, l’Ingegnere Christian D’Artibale di DAR Ingegneria. “Le criticità che sono emerse dalle verifiche effettuate ed anche dal sopralluogo svolto nel luglio scorso – afferma l’Ingegnere Christian D’Artibale di DAR Ingegneria – riguardano come sono stati pensati gli interventi e come sono stati realizzati. Risulta assente una progettualità a sistema, ovvero gli interventi messi in atto hanno comportato modifiche ed integrazioni nel tempo e non garantiscono il raggiungimento dell’obiettivo di preavviso di divieto. In una strada, mi riferisco sempre al sopralluogo di luglio, è assente la segnaletica, sul tratto a tre corsie, prima di via G. Mirri è presente il segnale di preavviso di segnale di prescrizione (divieto) sul lato destro che non risulta chiaramente percepibile dai conducenti di veicoli che percorrono le corsie interne, pur essendo ripetuto su corsia lato sinistro, poiché la tipologia di traffico veicolare prevalente è costituita da autobus e pullman che con la loro sagoma possono coprire suddetti segnali, ed il segnale sinistro, oltre ad essere coperto da vegetazione arborea non potata sistematicamente, presenta indicazioni discordanti e contraddittorie: divieto ed indicazione di percorrenza. Sarebbe stato più efficace un segnale al di sopra della carreggiata, così come sarebbe stato necessario realizzare interventi per dare ai cittadini la chiara percezione del preavviso all’imbocco della preferenziale, di fatto non consentendo l’inversione di marcia prima di inizio corsia preferenziale per la non possibilità di segnalare con sufficiente anticipo l’intenzione di effettuare tale manovra. Così non è stato e durante i 6 anni in cui la corsia preferenziale è stata disattivata, alcuni segnali sono rimasti lì ed in questo modo gli automobilisti sono stati indotti a non prendere in considerazione le successive modifiche”.
Una toppa dietro l’altra che ha aggiunto ulteriore confusione ad una situazione già caotica. Con la sentenza e la superperizia del Tribunale Ordinario di Roma si apre ora una nuova fase per una vicenda scoppiata nel maggio 2017 e che ha raggiunto numeri impressionanti, sia dal punto di vista dell’entità delle sanzioni che del numero di cittadini coinvolti. “Ad ottobre 2017 – commenta Luca Cardia del Comitato Multopoli Portonaccio – eravamo a circa 400mila multe elevate. Considerando che parliamo di sanzioni da circa 100 euro l’una, arriviamo ad oltre 40 milioni di euro finiti ingiustamente nelle casse di Roma Capitale. Alla luce di questa sentenza, che certifica come la segnaletica stradale fosse fatta male, chiederemo il conto a Roma Capitale attraverso un’azione risarcitoria su cui stanno lavorando i nostri legali, sostenendo le iniziative che intraprenderà anche l’Associazione Codici. Ci aspettiamo inoltre un’assunzione di responsabilità da parte di chi ha permesso che si creasse una situazione del genere, a partire dal Presidente della Commissione Mobilità Enrico Stefano”.
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